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21/07/2016

Direttivo FEMCA: il futuro della regione Veneto


Il Direttivo provinciale di Vicenza della FEMCA è stato accompagnato da una buona partecipazione e dall'intervento di marco Betti. Sociologo dell’Università di Firenze, Betti, ha Lavorato sia con la Cisl Veneto che con quella toscana. Analizzando in particolare il mercato del lavoro veneto. La sua relazione ha avuto l’obbiettivo di dimostrare come in un contesto economico mutato, il Veneto presenti le condizioni per innovare la struttura del proprio mercato lavorativo.

L'intervento in questione ha descritto come il sindacato tedesco abbia cercato di affrontare la questione delle relazioni tra imprese nella prospettiva della catena globale del valore. Le esperienze delle IG Metal possono infatti rappresentare un punto di partenza per ridefinire le strategie del sindacato in un’ottica di allargamento della rappresentanza e della contrattazione.

Spostando l’attenzione sul territorio del Veneto le recenti evoluzioni della struttura manifatturiera hanno evidenziato il dinamismo e i processi di consolidamento delle medie imprese. Queste realtà, più internazionalizzate e competitive su prodotti di elevata qualità, al pari delle aziende tedesche, possono rappresentare un interessante ambito di sperimentazione.

Allo stesso tempo, le caratteristiche istituzionali del territorio regionale, con una scarsa presenza della Regione nelle vesti di programmatore e una maggiore centralità del tessuto associativo, potrebbero garantire quel giusto bilanciamento tra autonomia degli attori e fiducia reciproca, necessarie per intraprendere percorsi innovativi. 

Si tratterebbe infatti di un gioco a somma positiva, dove l’adeguamento a buon pratiche sperimentate a livello internazionale consentirebbe alle imprese di migliorare la qualità della loro filiera e al sindacato di recuperare legittimità e influenza. A questo proposito, le esperienze della Lamborghini e della Ducati, assieme alla campagna per la tracciabilità del sistema moda toscano, possono essere considerati dei primi embrionali contributi sui quali attirare l’attenzione.

Naturalmente gioco a somma positiva non significa che il sindacato non debba sopportare dei costi. In questo senso, una maggiore attenzione per quelle figure che attualmente non possono godere a pieno della tutela della contrattazione può comportare un aumento dei costi per le imprese leader. Il sindacato, a seconda delle differenti realtà, dovrà dunque individuare possibili margini di miglioramento per bilanciare tali costi, affrontando in maniera esplicita la questione delle strategie di mercato, del finanziamento, dell’organizzazione produttiva e della formazione.

Si tratta, a ben guardare, di una doppia sfida: allargare il recinto dei rappresentati per ripensare il proprio contributo alla definizione dei progetti e delle strategie aziendali.

La prospettiva di un mercato del lavoro migliore ed innovativo sono tuttavia attualemente mitigate dalla situazione che attanaglia l'ambiente veneto. I lavoratori interinali, senza un contratto stabile, sono in aumento. La crisi economica e delle aziende venete hanno portato a questa situazione. Il sindacato deve, in risposta, aumentare la rappresentanza, la partecipazione, per dare un segnale e dare una spinta all'aumento delle tutele ai lavoratori.

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