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15/02/2019

AUTONOMIA REGIONALE. Il comunicato di CISL Emilia Romagna, Lombardia, Veneto.


"Solidarietà nazionale e sussidiarietà non sono in antagonismo con il livello di reponsabilià periferica e di autonomia a cui pensiamo, anzi!" Il commento, a caldo, del Segretario Cisl Vicenza, Raffaele Consiglio.

15 Febbraio  2019

Il tema  della maggiore autonomia delle Regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto  è arrivato  al tavolo  del Consiglio  dei Ministri in un contesto di grandi  polemiche e forti contrapposizioni, anche allinterno della stessa maggioranza e tra i vari ministeri  coinvolti nei percorsi per il conferimento di proprie competenze alle Regioni interessate.

Cisl Emilia  Romagna, Cisl Lombardia  e  Cisl Veneto   auspicano che  in  tutte le  parti  politiche   e istituzionali   interessate  prevalga la  volontà   di  sviluppare un  confronto a  tutto  campo, a  livello nazionale e regionale, senza  pregiudizi ideologici,  che coinvolga anche  le parti sociali e permetta di portare a compimento un percorso che, nel rispetto rigoroso del dettato costituzionale (artt.116  117  del  Titolo V), concretizzi  le richieste  avanzate dalle  tre  Regioni  e già  oggetto di un  accordo preliminare con  la Presidenza del Consiglio,  attraverso le intese  con  tutti  i Ministeri  interessati e il conseguente iter parlamentare.

Ribadiamo i punti  fermi sui quali per noi si deve realizzare  questa riforma delle istituzioni  regionali. La  maggiore autonomia riconosciuta alle  nostre Regioni  non  deve  mettere a  rischio  luni  e  la solidarietà nazionale, deve  invece rappresentare una assunzione di maggiori responsabili a livello locale, evitando un ulteriore frazionamento dei poteri  che favoriscano la ingovernabilità del Paese. Maggiori    spazi   di autonomia non devono  inoltre in alcun modo  tradursi in forme di “neocentralismo regionale, ma essere occasione per  un accresciuto protagonismo degli  enti locali e  un  maggiore riconoscimento  del  loro  ruolo  di istituzioni  più  prossime alla vita quotidiana dei cittadini.

Vanno  mantenute in sede  statale le competenze per  la definizione e garanzia dei  livelli essenziali delle  prestazioni sociali e va assicurata luniformità  dei  diritti costituzionalmente garantiti a tutti  i cittadini,  in particolare libertà  civili, salute,  lavoro, previdenza, istruzione, giustizia e sicurezza.

L’autonomia  regionale  deve  essere supportata anche  da  una  coerente e diversa  ripartizione  delle risorse  fiscali, che  riconosca una  maggiore equità nella  loro  redistribuzione,  pur  sempre in  un rinnovato vincolo  di solidarietà nazionale, comunque  anche  attraverso opportuni meccanismi  di perequazione a favore delle regioni  più svantaggiate, come  stabilito  dallart. 119 della Costituzione.

Va dunque completato il percorso del federalismo fiscale avviato  nel 2009  e non  ancora concluso, coordinato e coerente con  una  riforma  del  sistema fiscale che  migliori lequi del  prelievo  e una riduzione delle  tasse  sui  redditi  da  lavoro  dipendente,  da  pensione e  sui  salari  di  produttività. L’annunciata intesa  raggiunta al MEF va quindi  valutata sulla base  di questi  presupposti.

L’estensione - oggi  alle nostre tre regioni,  in futuro  anche  ad altre che la richiederanno - di ulteriori spazi  di  autonomia  non  deve   comportare  inasprimenti fiscali  a  carico  dei  cittadini, ma dovrà finanziarsi attraverso quote dicompartecipazione ai tributi erariali dello Stato,  necessarie all’esercizio delle funzioni conferite, escludendo in tal modo il ricorso ad addizionali regionali.

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