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23/06/2022

APPALTO UTILYA: DA SESA SPA A CRISTOFORO


FIT CISL: CHI CI RIMETTE SONO I LAVORATORI

È l’ennesima triste realtà con cui alcuni lavoratori (già duramente messi alla prova da due anni di Covid, rincari smisurati e retribuzioni non adeguate al caro vita) ad oggi dipendenti di Sesa spa di Este e con Ccnl Igiene Ambientale Fise, si ritrovano coinvolti nel passaggio ad una Cooperativa Sociale, con applicazione del contratto delle cooperative sociali e di conseguenza con notevole danno economico e peggioramento delle condizioni di lavoro. Tutto questo nonostante il capitolato d’appalto dica chiaramente, alla voce “Obblighi specifici dell’Appaltatore nei confronti del personale addetto al servizio”, che “È previsto l’impiego di persone svantaggiate e/o deboli” ed ancora: “Ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 30, comma 4, del D. Lgs. 50/2016 e s.m.i., al personale impiegato nel servizio oggetto di appalto deve essere applicato il Contratto Collettivo Nazionale e Territoriale in vigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni di lavoro stipulato dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e quelli il cui ambito di applicazione sia strettamente connesso con l’attività oggetto dell’appalto svolta dall’impresa anche in maniera prevalente”.

Si tratta della gara d’appalto del servizio di spazzamento, e quindi di cambio d’appalto, nei Comuni di Lonigo, Alonte, Arcugnano, Val Liona, Villaga e Zovencedo, che grazie allo stesso bando indetto da Utilya vede il servizio di spazzamento affidato alla Cooperativa Sociale Cristoforo. «Cooperativa con cui, negli incontri svoltisi in videoconferenza, non è stato possibile raggiungere un’intesa, vista la loro ferma posizione di non applicare il Ccnl di riferimento del settore, come del resto previsto», osserva il segretario della Fit Cisl Padova Rovigo Oscar Dalla Rosa.

«Tutto ciò è intollerabile anche alla luce del fatto che le Cooperative sociali nascono con l’obiettivo di aiutare persone disagiate a reinserirsi nel mondo del lavoro e per questo godono di diversi benefici che li portano a svolgere l’attività con costi più bassi rispetto ad una normale azienda. Peccato che in questo caso i lavoratori interessati non abbiano alcun tipo di handicap o disagio sociale e da anni svolgono regolarmene il loro lavoro. E’ probabile che dopo questo passaggio diventino veramente lavoratori disagiati a causa delle mutate condizioni economiche, con una drastica decurtazione della loro paga a fronte di un aumento dell’orario di lavoro.

È inutile parlare di sicurezza, questione salariale ecc. ecc. se poi si permette un simile cambio d’appalto su un servizio pubblico (pagato dai cittadini) con condizioni di questo tipo, creando concorrenza sleale nei confronti di quelle aziende che partecipano alle gare mettendo in conto costi del personale come da Ccnl corretto da applicare. La Fit Cisl su questo darà battaglia in tutte le sedi opportune – conclude Dalla Rosa – e chiede un intervento delle istituzioni affinché si facciano garanti della corretta applicazione dei contratti di settore, con regole uguali per tutti, evitando l’inseguimento del profitto ad ogni costo, per gli più di un ente pubblico, anche a scapito dei lavoratori».

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