21/02/2024
L’Ispettorato del Lavoro di Vicenza ha meno della metà degli ispettori rispetto all’organico teorico e anche gli Spisal provinciali presentano gravi carenze. Raffaele Consiglio: «I parlamentari vicentini si facciano carico del problema: è indispensabile rafforzare subito le dotazioni di personale per garantire i controlli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro» La carenza di personale è oggi un ritornello ricorrente in quasi tutti i settori professionali, ma quando si parla di sicurezza nei luoghi di lavoro è una musica che si fa decisamente inquietante: i gravi fatti di Firenze hanno riportato in tutta Italia l’attenzione sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro e anche Cisl Vicenza lancia una mobilitazione. «Innanzitutto come Cisl Vicenza siamo vicini ai lavoratori vicentini che oggi scioperano per la sicurezza - spiega Raffaele Consiglio, Segretario Generale provinciale di Cisl Vicenza -. Allo stesso tempo però, su questo tema, abbiamo scelto di mobilitarci in una maniera alternativa e secondo noi più efficace, coerentemente con quella che è da sempre la nostra visione e il nostro modo di fare: abbiamo voluto analizzare la situazione nel nostro territorio provinciale a partire dai numeri. E i numeri ci dicono che oggi in provincia di Vicenza vi è un gravissimo deficit di personale in tutti gli enti preposti ai controlli in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. Questo chiaramente favorisce la presenza di situazioni irregolari e aumenta esponenzialmente il rischio di incidenti che possono avere conseguenze drammatiche». Questi i dati raccolti da Cisl Vicenza. All’Ispettorato del Lavoro di Vicenza risultano attualmente 6 ispettori operativi: meno di un quinto rispetto al fabbisogno della dotazione organica, che è pari a 34. E attenzione: a indicare tale fabbisogno non è il sindacato, ma l’Istituto Nazionale del Lavoro (INL) sulla base del numero di partite IVA presenti nel territorio provinciale, che è pari a circa 240.000. Infatti si stima che, sulla base di questi dati, per visitare tutte le aziende vicentine occorrerebbero dieci anni… Non va molto meglio considerando gli altri enti coinvolti sul tema della sicurezza. L’Inail, ad esempio, che oltre a pagare eventuali indennità ai lavoratori ha il compito di ispezionare i luoghi degli incidenti per verificarne le cause, in 10 anni in Veneto è passata da circa 40 ispettori a soli 13, di cui appena 3 per tutta la provincia di Vicenza. E non va certamente meglio in INPS, la cui azione ispettiva è fondamentale anche ai fini della prevenzione degli incidenti sul lavoro, in quanto la loro incidenza cresce in modo significativo dove è presente il lavoro nero: in tutta la regione nel 2016 gli ispettori dell’INPS erano 86, mentre oggi sono solo 28, e anche in questo caso quelli assegnati alla provincia berica sono solo 3, di cui uno prossimo alla pensione. Molto grave è anche la carenza di organico negli Spisal provinciali. Lo Spisal dell’ULSS 8 Berica ha una dotazione teorica di 11 tecnici della prevenzione, ma alcuni sono a tempo parziale o temporaneamente non in servizio per motivi personali o per altri incarichi, determinando così una carenza significativa: utilizzando il concetto di Full Time Equivalent (FTE), che tiene conto delle ore lavorate medie di un lavoratore rispetto al numero di ore lavorate da un dipendente a tempo pieno, i tecnici impiegati a tempo pieno sarebbero solo 5. Nell’ULSS 7 Pedemontana, invece, risultano attualmente in servizio 1 solo medico (su 4 previsti) e 9 tecnici su 12. Sempre negli Spisal si osserva un elevato turnover del personale, con difficoltà nell'impiego immediato a causa della mancanza di formazione sul campo. In media, sono necessari circa 3 anni per formare un tecnico prevenzione (TP) esperto, con l'impegno dei TP senior alla formazione dei nuovi arrivati. «È una situazione trasversale a tutti i soggetti che nel territorio vicentino hanno competenza in materia di sicurezza sul lavoro e proprio il fatto che si tratti di un problema così generale lo rende estremamente grave e pericoloso per i lavoratori - sottolinea Raffaele Consiglio -. Per questo chiederemo formalmente a tutti i parlamentari vicentini, con una lettera, di farsi carico della questione, assumersi la responsabilità del tema di fronte ai lavoratori vicentini e adoperarsi per risolverlo». A questa carenza, sempre nel territorio vicentino, si aggiunge anche il grave deficit di medici del lavoro, che dovrebbero garantire lo svolgimento delle visite mediche periodiche sui lavoratori, ove previste, nonché la sorveglianza sanitaria attraverso gli Spisal: tale carenza, inevitabilmente, si traduce in un rischio di aumento dell’incidenza delle malattie professionali. E ancora, Cisl Vicenza esprime preoccupazione anche per un altro fenomeno emergente anche nel Vicentino: la diffusione di enti non riconosciuti che si propongono alle aziende per l’attività di formazione, in alternativa agli organi paritetici costituiti dai Sindacati e dalle Associazioni di Categoria, in un contesto che vede l’assenza di controlli sulla qualità della formazione impartita e talvolta sul suo stesso svolgimento («abbiamo visto verbali di svolgimento di incontri datati 15 agosto!» ricorda Consiglio). Inoltre, in un territorio in cui - soprattutto in alcuni settori o zone - vi è una elevata concentrazione di manodopera straniera, vi è anche il tema della comprensione linguista: «Ci sono lavoratori che non comprendono la segnaletica sui pericoli in azienda e che magari svolgono sì i corsi sulla sicurezza, ma senza essere nelle condizioni di comprenderli, rendendo di fatto del tutto inefficace l’azione di prevenzione tramite tali corsi. Quando necessario, occorre prevedere anche la figura dei mediatori culturali, che possono avere un ruolo essenziale anche per la sicurezza, mentre oggi sono poco valorizzati». La richiesta ai parlamentari è duplice: da una parte intervenire sui criteri di assegnazione delle risorse di personale affinché vengano ricostituiti degli organici idonei a garantire la necessaria azione di sorveglianza del territorio vicentino, dall’altra sensibilizzarli sulla necessità di alcuni correttivi rispetto alle normative attualmente in vigore. Su questo, Cisl Vicenza ricorda alcuni temi già presentati da Cisl a livello nazionale: stabilire un modello di “patente a punti” sulla sicurezza per le aziende, nell’ambito di un sistema di qualificazione per l’accesso agli appalti pubblici e privati; garantire in ogni realtà lavorativa che la rappresentanza per la sicurezza sia affidata effettivamente ai lavoratori e non a figure apicali o comunque vicine alla proprietà; supportare e proteggere tutti coloro che intendono denunciare illeciti, discriminazioni o mancate tutele; avviare un grande piano di formazione nelle scuole di ogni ordine e grado per trasferire adeguate conoscenze e competenze di base in materia di sicurezza; prevedere anche per i grandi appalti privati le medesime garanzie di qualità, trasparenza, responsabilità in solido, regolarità contributiva e contrattuale previste per gli appalti pubblici; attingere agli avanzi di bilancio dell’INAIL per investimenti strutturali in tema di prevenzione. Ufficio Stampa CISL VicenzaAltre news
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