4/05/2020
“FASE 2” UNA CORSA A OSTACOLI PER I LAVORATORI CON FIGLI: LE PROPOSTE DI CISL. Raffaele Consiglio: «Apriamo un tavolo di confronto con le imprese Oggi, primo giorno della cosiddetta “Fase 2”, migliaia di vicentini sono tornati sul posto di lavoro, ma per molti di loro si ricomincia con un motivo di preoccupazione in più: a chi affidare i figli piccoli? «L’incremento da 600 a 1.000 euro per nucleo familiare del bonus baby sitter disposto dal Governo - spiega il segretario provinciale di Cisl Vicenza Raffaele Consiglio - è un segnale di attenzione e come tale va apprezzato, ma è del tutto insufficiente, se non altro perché non ci sono abbastanza babysitter per tutte le famiglie italiane. Molti, ora che è possibile recarsi in visita ai parenti, ricorreranno ai nonni, che si confermano il vero ammortizzatore sociale del nostro Paese. Gli stessi nonni che però dovremmo tenere il più possibile al riparo da contatti esterni. E comunque non tutti possono contare sul loro aiuto». Che fare dunque? Sul tema Cisl Vicenza rilancia le proposte già avanzate da Cisl Veneto, che coinvolgono sia il Governo sia direttamente le imprese. Al primo si chiede un incremento dei congedi parentali e con un’indennità superiore al 50%, il rinnovo del bonus baby-sitter, l’impegno a considerare con attenzione le modalità di una possibile riapertura in sicurezza dei centri estivi e incentivi alle aziende che mantengono lo smart work per i lavoratori con figli fino ai 12 anni. Proprio alle aziende sono rivolte direttamente le altre proposte del sindacato vicentino: «Chiediamo alle imprese di aprire un tavolo di confronto per rendere possibile un’organizzazione del lavoro tale da favorire la turnistica alternata tra genitori con figli da accudire, anche se dipendenti di aziende diverse. Inoltre, nel Vicentino e più in generale in Veneto abbiamo già dimostrato di saper usare molto bene lo strumento del welfare aziendale: riteniamo che in questa fase possa essere ritarato per includere, dove già non è così, aiuti ai lavoratori con figli». Sullo sfondo c’è anche un altro tema generale: quello della parità di genere. «Dobbiamo utilizzare le risorse europee in dotazione della Regione Veneto per sostenere nuove forme di conciliazione tra lavoro e vita privata e auspichiamo che nella concessione dei congedi speciali il Governo introduca la regola dell’alternanza dei genitori. Altrimenti il rischio è che a rimanere a casa siano quasi sempre le donne, con una penalizzazione delle loro carriere e un brutto passo indietro sul piano culturale e sociale».Altre news
“FASE 2” UNA CORSA A OSTACOLI PER I LAVORATORI CON FIGLI
per concordare nuove modalità e strumenti a supporto dei lavoratori con figli piccoli»